Morale della favola: È da stupidi dare consigli agli altri senza che si sappia nemmeno badare a se stessi.
Con questi pochi versi, Fedro ci ha dimostrato che quando l'uomo cade in disgrazia riceve conforto nel vedere che il destino degli altri non sia migliore del suo.
C'era una volta una lepre che piangeva lacrime amare per la sua triste sorte poiché un'aquila l'aveva ghermita con i suoi potenti artigli prelevandola all'uscita della sua tana. Alle sue grida disperate rispose un passero saputello il quale, senza mostrare alcuna pietà per quella poveretta, la rimproverò.
"Come hai fatto a essere così stupida da cadere nella trappola? Se davvero tu fossi stata così lesta come affermi, non ti saresti fatta prendere così facilmente da un'aquila!" Sbottò il presuntuoso alato. Ma proprio mentre il passero diceva queste parole piene d'irriverenza, improvvisamente, arrivò in picchiata un falco che lo afferrò al volo.
Il pennuto cominciò a dimenarsi tra gli artigli del rapace che si apprestava a sopprimerlo con un colpo preciso del suo becco ricurvo e appuntito. La lepre fece in tempo a dirgli con un fil di voce: "Ah, questo rende più dolce il mio morire, giacché solo un istante fa stavi deridendo il mio infausto fato e ora ti stai lagnando del tuo destino con un pianto di dolore uguale al mio".
Fu così che la lepre morente si consolò del fatto che il passero andava incontro a una fine simile alla sua giacché invece di aiutarla, si era burlato della sua sventura.
C'era una volta una lepre che piangeva lacrime amare per la sua triste sorte poiché un'aquila l'aveva ghermita con i suoi potenti artigli prelevandola all'uscita della sua tana. Alle sue grida disperate rispose un passero saputello il quale, senza mostrare alcuna pietà per quella poveretta, la rimproverò.
"Come hai fatto a essere così stupida da cadere nella trappola? Se davvero tu fossi stata così lesta come affermi, non ti saresti fatta prendere così facilmente da un'aquila!" Sbottò il presuntuoso alato. Ma proprio mentre il passero diceva queste parole piene d'irriverenza, improvvisamente, arrivò in picchiata un falco che lo afferrò al volo.
Il pennuto cominciò a dimenarsi tra gli artigli del rapace che si apprestava a sopprimerlo con un colpo preciso del suo becco ricurvo e appuntito. La lepre fece in tempo a dirgli con un fil di voce: "Ah, questo rende più dolce il mio morire, giacché solo un istante fa stavi deridendo il mio infausto fato e ora ti stai lagnando del tuo destino con un pianto di dolore uguale al mio".
Fu così che la lepre morente si consolò del fatto che il passero andava incontro a una fine simile alla sua giacché invece di aiutarla, si era burlato della sua sventura.